

Città senza eroi
Questo progetto è nato dalla voglia di fondere i miei tre generi preferiti: fantasy, fantascienza e pulp tarantiniano. Io e Giacomo abbiamo creato una narrazione scomposta in episodi autoconclusivi, collegati tra loro per formare la macro-trama che definisce l’intero romanzo. È la struttura narrativa più complessa che abbia mai costruito, e anche la più divertente da ideare. Un battesimo letterario che ricorderò sempre con piacere, soprattutto per tutto quello che mi ha insegnato sull’editoria italiana.

Il paradosso dell’eroe si trasforma, quindi, in un’ordinaria contesa tra cattivi, e quando due personaggi di siffatta bassezza morale si scontrano tra loro… vince sempre quello con l’arma più grossa.
Questo non è un romanzo fantasy
Nel 2011 sono stato per la prima volta al Lucca Comics & Games e ho capito subito che sarebbe stata l’ambientazione perfetta per un libro surreale. L’energia immaginifica della manifestazione e le idiosincrasie della comunità nerd (di cui sono un fiero membro) sono spunti ideali per battute e scene spiritose, mentre riuscire a far ridere trattando con rispetto un ambiente già troppo spesso preso poco sul serio (per usare un eufemismo) è stata la sfida più grande di questo progetto.

Filippo supera tre streghette di Grifondoro, evita uno scontro accidentale con la bacchetta di Voldemort, e prosegue verso le mura della città. Incrocia Biancaneve, una squadra antisommossa in tenuta tattica, e l’intero equipaggio di One Piece, ma nemmeno il decolté provocante di Nami riesce a distoglierlo dalla sua meta.
Apocalypse nerd
Apocalypse nerd è stato il mio primo progetto su commissione. Plesio Editore aveva deciso di rilanciare il catalogo digitale con alcuni romanzi a puntate da pubblicare a cadenza mensile solo in e-book e, data la passione per le serie tv, mi sono offerto volontario. Pensato come un’improbabile congiunzione tra Kill Bill e Dragonball, Apocalypse nerd è un omaggio ai fumetti americani e agli anime giapponesi a cui mi sono avvicinato solo da adulto.

La ragazza con il gatto, invece, è Julie-san, anche se non le piace quando lui la chiama così. Ha ventidue anni e negli ultimi tre è stata un’allieva molto determinata. È gentile e premurosa, ma trascorre ogni istante a pregustare la vendetta. È di questo che parla questa storia: vendetta.
Vietato leggere all’inferno
Di questo romanzo Giovanni Arduino ha scritto: “Insomma, come si sarebbe detto una volta, è un gran viaggione, entertainment allo stato puro, e siete vivamente pregati di salire a bordo. Se la GPEI (Grande/Piccola Editoria Italiana, per chi non ama gli acronimi) non si è ancora accorta del talento di Gerilli, non è che una conferma dello stato da Unità di Terapia Intensiva in cui versa, affannata a spacciare bolsi ricalchi dell’ultima hit o libercoli lagnosi che erano già datati vent’anni fa.” Serve aggiungere altro?

Ho trentacinque anni e mi faccio dall’età di dodici. Ho iniziato per gioco con un paio di amici. Era estate, pioveva e avevo trovato una copia malridotta de L’isola del tesoro. Ci siamo messi in circolo e abbiamo fatto girare il romanzo. Nonostante fosse ancora legale, la letteratura aveva già quel non so che di trasgressivo, almeno agli occhi di noi ragazzini. Insomma, abbiamo letto e fatto i fighi.